Filosofia e codice morale del Judo

Attraverso il combattimento, Jigoro Kano era giunto alle medesime considerazioni della casta dei samurai. Infatti, nel momento dello scontro, il samurai impegnato in Combattimento, risultava essere unificato nello spirito, nella mente e nel corpo.

Il “Momento” doveva essere pura azione, non portando con sé la paura della sconfitta (legame con il passato) né poteva avere desiderio di vittoria (proiezione nel futuro) ma doveva rimanere nel tempo presente con tutto se stesso, abbandonando preoccupazioni e aspettative.

Questo stato mentale di Mushin “tranquilla presenza” è lo scopo della ricerca di molte discipline (in questo caso è molto forte l’influenza della filosofia Zen). A ciò J. Kano aggiunse un principio morale e cioè che il judo significa ricercare il “migliore impiego delle energie”.

Sei ryoku zen yo= la mente e il corpo usati bene.

Volendo considerare l’insegnamento racchiuso nelle due massime fondamentali del judo arriviamo alla conclusione che sono due facce della medesima medaglia, solo sforzandoti di dare il meglio di te, puoi ottenere un benessere collettivo.

Codice morale del Judo

Jigoro Kano ha creato dal ju-jitsu il mezzo educativo del corpo e della mente “adattato all’educazione di tutta una nazione”.  Fin dalla sua creazione, l’insegnamento del judo è accompagnato dall’apprendimento di forti valori morali.

Acuni valori sono presi direttamente dal bushido.

Il concetto più importante è sicuramente quella che si insegna al judoka:

E Regola durante un allenamento, quando un judoka vi chiede di

Fare da partner per un Randori, non si potete rifiutare a Prescindere se è più forte di voi ho meno.

Inoltre, il rispetto e la fiducia che devi accordare al tuo avversario durante la Pratica devono totali. Ad esempio, (Tori = chi esegue, Uke= chi subisce) nel rispetto di Uke quando Tori fa cadere il suo Uke, deve mantenere il controllo della presa e la maggior parte delle proiezioni prevede il controllo del proprio partner nella caduta affinché non si faccia male.

Senza questo concetto fondamentale, “l’avversario” l’Uke potrebbe farsi male.

il rispetto e la fiducia del judoka verso il suo “avversario” durante un combattimento sono assoluti.  Per questo motivo, i valori morali sono più importanti della tecnica stessa.

Inoltre, i saluti iniziale e finale sono il segno più evidente del rispetto implicito nel judo.

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